Che cos’è la coscienza?

1/2 – Molti credono di conoscersi ma in realtà, quando dicono “io so chi sono”, “io mi conosco”, non dovrebbero esserne invece così sicuri. Che la mente può conoscere meglio se stessa delle altre cose, è un giro di parole, che non porta da nessuna parte. Spesso invece conoscere il resto del mondo è più semplice che conoscere noi stessi. Del resto non siamo tanto certi nemmeno di possedere un “mentale”. Nessuno lo ha dimostrato. Tuttavia gli altri, in effetti, potrebbero essere tutti degli automi ma, noi sentiamo di non esserlo per niente, di agire perché lo vogliamo, di fare cose senza impedimento alcuno. Se voglio muovere il braccio, lo faccio. Attivo ‘il pensare’ (una cosa eterea e astratta) e posso muovere qualcosa di materiale (un chilo di carne e di ossa); ci sembra normale; ” diamo per scontato che la materia possa essere mossa con la sola forza del pensiero, se quella materia siamo noi”. Ma niente si può dare per scontato. Da dove nasce e com’è possibile tutto ciò? Noi siamo animali culturali e non possiamo che cercare di ricostruire la nostra storia per venirne a capo.

Siamo stati, come tutti, costruiti dall’ambiente che dopo milioni d’anni di adattamenti ci hanno perfezionato perché potessimo sopravvivere e lasciare in giro i nostri figli, altrimenti il processo si fermerebbe. Noi abbiamo costruito i computer e la natura ha costruito noi. Nei computer le istruzioni le abbiamo immesse nei file, mentre è stata la natura ha immettere le sue istruzioni nei nostri geni. Semplice a dirsi, ma interiorizzare il mondo esterno non è cosa facile, il cervello per fare questo usa: neuroni, correnti elettriche, sostanze chimiche, ioni, neuromodulatori, sinapsi, recettori, membrane, ormoni, ecc. Vediamo il mondo esterno tramite le idee (rappresentazioni mentali), che sono diverse da quelle del pipistrello, della talpa, del polpo, della rondine o della vipera, per non dire del lombrico o del moscerino della frutta. Ognuno ha precisamente quelle che servono per il tipo di ambiente che frequentano.

Se i contenuti delle rappresentazioni mentali starebbero “ nella testa della gente nello stesso senso in cui le scene di un film sono in un DVD” ciò consentirebbe, come si dice di ‘naturalizzare’ la mente. La caratteristica cioè degli stati mentali di riferirsi, di collegarsi (intenzionalità) e di avere come contenuto (idee), i fatti e gli oggetti esterni. Molti ritengono ancora che il mentale non sia dipendente dal substrato ove esso si realizza. Una stessa operazione o calcolo può essere realizzata, dicono, in cervelli diversi, in calcolatrici, computer o altri marchingegni.

2/2 – Comunicare meglio però è più efficace di tutte queste cose. Ed è una cosa che sa fare benissimo, meglio di tutti gli altri. Anche le altre specie lo fanno, come le formiche, le api, ed anche animali superiori, usando sostanze chimiche, versi, gesti stereotipati, escrezioni, riti comportamentali; ma nessuno è bravo quanto l’uomo. Lui, con il dono della parola articolata, riesce a fare discorsi lunghi ed argomentati e a pensare alle cose più complicate utilizzando termini sempre più carichi di significati.


Parlare e scambiare idee consente la socialità e la formazione di gruppi numerosi capaci di avere la meglio su qualunque altro animale. Accresce l’inventiva ed ecco infatti le prime fondamentali scoperte: il fuoco, l’arco, i recipienti, le capanne, gli utensili, i monili, le gerarchie per la per la caccia, la distribuzione, la scelta del partner, la protezione, le feste. Servono sempre nuovi termini per designare oggetti, fatti, eventi, regole, occasioni, avvenimenti e ogni giorno sono create parole e concetti diversi. Gli uomini culturali hanno a che fare con l’esperienza filtrata attraverso un sistema di credenze innaturali, acquisite non geneticamente ma culturalmente. Credenze diverse, da quelle degli indigeni africani a quelle dei giocatori di borsa, dai pastori analfabeti ai raffinati intellettuali, dai delinquenti incalliti ai musicisti estasiati, dai fanatici religiosi agli intransigenti atei, dai mendicanti ai banchieri.


Ogni sistema di credenze colora l’esperienza in modo differente, da una visione del mondo; di destra o di sinistra, tutta la vita per la Juventus o per il Milan, per l’Islam e il confucianesimo; quelli che appartengono ad un gruppo di questi rappresenta un altro caso di trasporto e trasmissione di quel sistema di credenze.
Possiamo vedere come al fondo delle credenze vi sia un nucleo emotivo e che proprio questo rende a volte ciechi e stupidi verso la rete di credenze di un altro. Ma non ci accorgiamo che le nostre credenze potrebberero fare lo stesso con noi. Essere educati ed istruiti significa essere invitati ad entrare in un sistema di credenze; che nascerà in Arabia Saudita assai difficilmente diventerà un cattolico praticante.

E’ straordinariamente facile indurre un addomesticamento perché i neonati sono totalmente dipendenti dai genitori. Ed è straordinariamente difficile uscire dal sistema di credenza dove ci si è formati.

Leave a Reply