La tv digitale terrestre non è una novità tecnologica e nel modo come la si promuove si sta rivelando contraria allo sviluppo del nostro Paese. Questa affermazione può sembrare fuori dalla realtà, ma è la conseguenza di precise motivazioni che cercheremo ora di spiegare.
Occorre precisare che la vera rivoluzione tecnologica, avvenuta ormai da tempo, è il passaggio della multimedialità (integrazione di audio, immagini e testo) dall’analogico al digitale. Ogni utilizzatore di DVD ha potuto toccare con mano, gli effetti di questa trasformazione guardando sul proprio televisore, in modo nuovo, le immagini di un film, con una qualità video e audio impensabili con la registrazione analogica, con l’aggiunta di menù e testi che permettono l’interazione con ciò che si guarda.
Altro effetto della digitalizzazione è stata la diffusione, attraverso il satellite, di una vera e propria programmazione televisiva, in formato digitale, composta da centinaia di canali offerti sempre con elevata qualità sia visiva che sonora, con l’aggiunta dell’interattività che pone fine all’utente passivo. In Italia tutto ciò viene regolarmente utilizzato da più di dieci anni, grazie alla prima emittente digitale “DSTV”, antenata dell’attuale “SKY”. La tv digitale terrestre non è una “novità tecnologica” è semplicemente un ulteriore adeguamento provocato dalla digitalizzazione e nutriamo anche qualche dubbio sulla sua reale necessità.
Da circa un anno tuttavia, si parla di TV digitale terrestre come di una grande rivoluzione tecnologica, necessaria ed indispensabile, affermando, spesso con messaggi scarsamente trasparenti e molto ingannevoli, che offrirà ai cittadini novità mai utilizzate prima.
Ci viene raccontato che l’attuazione di questa trasformazione, data la sua importanza strategica, necessita dell’intervento diretto dello Stato e della creazione di apposite organizzazioni, come DGTVi (associazione di aziende unitamente al Ministero delle Comunicazioni), necessarie per gestire il periodo di transizione, ovviamente finanziando il tutto con i soldi dei contribuenti.
Il grande interesse origina dal fatto che, nel 2001, si è deciso per legge che la televisione, trasmessa attraverso i ripetitori terrestri, doveva passare in digitale entro dicembre del 2006: rendendosi conto che tutta la multimedialità ormai era in formato digitale, il legislatore ha ritenuto necessario dare un impulso alla televisione terrestre, che è il mezzo di comunicazione più diffuso, imponendo un adeguamento tecnologico.
Nessuna novità quindi, ma un semplice ed ovvio cambio di tecnologia per offrire con la televisione terrestre, tutti i vantaggi già descritti e da tempo utilizzati solo da chi vede (circa 5.000.000 di utenti) la televisione attraverso il satellite ed in minima parte anche con il doppino telefonico o la fibra ottica.
La scelta del 2006, come data per la chiusura definitiva delle trasmissioni analogiche, non è stata saggia; evidentemente al tempo della stesura della legge tale data sembrava molto lontana, ora sappiamo che non è così. Il problema è che anche l’attuale maggioranza di governo ha confermato il 2006, non preoccupandosi minimamente delle ripercussioni negative che questa scelta può avere sui cittadini. Tale atteggiamento non è accettabile e deve essere rifiutato con determinazione.
All’epoca non si sono valutati i problemi legati all’impiantistica esistente nei palazzi, in molti casi obsoleta, e neanche la mancanza delle frequenze necessarie per attivare il nuovo segnale nel periodo di coesistenza con l’analogico. Tutti problemi che attualmente impediscono ai consumatori la ricezione del segnale digitale terrestre, unitamente a quello provocato dall’accertata inadeguatezza dei decoder, come risulta dalle numerosissime segnalazioni inviate al “pronto intervento digitale terrestre”, promosso da Adiconsum. Viste tutte queste difficoltà ci chiediamo cosa ha motivato la decisione di realizzare lo sconveniente e costosissimo digitale terrestre, quando tutto il passaggio al digitale si poteva realizzare con la trasmissione satellitare, gia pronta, con un’ alta evoluzione tecnica e garantendo una facile ricezione alla totalità dei cittadini? Non si può evitare di rispondere e qualcuno dovrebbe sentire la responsabilità di farlo.